Non ci sono più le estati di una volta, quelle in cui ci si abbandonava all’otium, ci si rilassava quasi due mesi, e si staccava la spina. Oggi esiste un’estate metereologica, quest’anno particolarmente calda, ma non c’è più un’estate cronologica. È piuttosto un tempo di transizione, una breve attesa tra due momenti diversamente propizi. In molti uffici si lavora ancora, le aziende cercano di rimboccarsi le maniche e portare a casa gli ultimi risultati, e le persone sono semplicemente al lavoro, come hanno sempre fatto in questo territorio votato al sacrificio e al lavoro. Ce lo dicono anche le storie che raccontiamo in questo numero di Sei Magazine, storie eccezionali con protagoniste persone normali. Come Nadia Toffa, trentacinquenne giornalista bresciana, nota al grande pubblico grazie alla trasmissione Le Iene. Con le sue inchieste mordenti riesce a tirare fuori una grinta da vera leonessa, nonostante il volto da brava ragazza della porta accanto. Che si parli di Isis o Camorra, con la sua squadra è pronta a scendere in campo senza timore, consapevole dell’importante ruolo sociale delle inchieste che firma. Una professione affascinante e rischiosa, che in tempi complessi come quelli attuali diventa a maggior ragione significativa. Potrebbe essere una metafora del nostro territorio, sempre in prima linea quando si tratta di darsi da fare, di produrre, di portare il proprio contributo, senza necessariamente passare dalla parte dei protagonisti. Una condizione non semplice da gestire, che porterebbe molti a confondere se stessi con l’obiettivo del proprio lavoro, e l’immancabile confusione generata. A noi, però, piace immaginarci come Nadia: una persona impegnata che ci mette la faccia, con il fine di fare del bene.