di Camilla PISANI
Ascoltare la storia di uno scultore veneziano mentre ci accompagna tra i bàcari della Laguna. Partecipare al workshop di un fotografo nel suo soggiorno ad Istanbul. Godersi le notti romane dalla mansarda di un designer che si affaccia sulla Città Eterna. Succede quando la sharing economy entra nel mondo dell’arte, grazie a una piattaforma digitale che permette all’utente di visitare mostre «su misura» e condividere insieme all’artista esperienze uniche. MyHomeGallery è l’idea, oggi startup, nata nel 2013 da cinque ragazzi che risiedono a Verona. La Ceo, Giovanna Manganotti, consulente d’impresa, racconta come si è sviluppato il progetto in due anni.
Giovanna, come funziona questa piattaforma dell’arte?
A MyHomeGallery ci si può iscrivere in due vesti: come artista che presenta le proprie opere a domicilio, ovvero nella propria casa adibita ad atelier, o come gallerista, collezionista o appassionato d’arte che vuole provare l’esperienza di entrare nella vita di un artista o conoscere la sua città e visitarla seguendo i consigli del fotografo o del pittore che lo accoglie.
Che tipo di esperienza può offrire un artista al suo ospite?
Quando abbiamo avviato il progetto l’autore poteva, attraverso il profilo personale sul sito, organizzare una mostra “su misura” in casa sua e accompagnare la visita con un aperitivo. A breve il percorso sarà più articolato. L’artista può costruire quattro proposte, a sua discrezione: «visit and learn», che prevede una mostra più un workshop, «visit and eat», che abbina al momento culturale una cena o un pranzo, «visit and sleep», con la possibilità di pernottare, proprio come si fa con Airbnb, e «visit and tour», per un giro guidato nella città in cui vive. Una volta scelto cosa organizzare, propone un prezzo per il suo pacchetto e il turista decide l’esperienza preferita in base a città, gusti e costo.
Si aprirebbe un nuovo scenario per il turismo culturale…
Si, anche perché ciò che ci proponiamo di fare è applicare al mondo dell’arte uno degli aspetti che stanno alla base della sharing economy: la condivisione. L’artista allestisce un’esposizione in casa e a chi viene ospitato potrà capitare di trovare soluzioni alternative a una notte in albergo o a un pranzo al ristorante. E c’è un ulteriore arricchimento: la possibilità di aprire l’arte, mondo spesso autoreferenziale e confinata ai soli addetti ai lavori, veramente a tutti.
Cosa possiamo trovare su MyHomeGallery?
Oggi sul sito sono iscritti 900 artisti che provengono da una quindicina di paesi diversi, quindi l’offerta è davvero varia. Questa multiculturalità è dovuta soprattutto al fatto che insieme a me ci sono i veronesi Nicola Miglioranzi, Stefano Moletta e Francesco Sisorio, ma anche la fotografa australiana Claire Adams e la messicana Claudia Iglesias Galvan. Siamo tutti viaggiatori e abbiamo creato una rete di relazioni da Venezia a Roma, dal Messico ad Istanbul, dall’Iran a Praga.